venerdì 16 novembre 2012

India, milioni di bambini hanno poco da festeggiare e la loro vita è segnata dalla lotta.


Gambe sottili come ramoscelli, pance gonfie -tipiche della malnutrizione- dimostrano due anni ma ne hanno almeno 5...
Bambini che vivono in genere per le strade, sui marciapiedi che chiamano "casa", con fratellini o sorelle e che fanno l'elemosina per comprarsi il cibo. Non sono egoisti, dividono tra loro, ma non basta mai.
La festa dei bambini in India, al mercoledì, vale ben poco per questi bimbi che non hanno nulla... si accontentano di avere della colla di scarpe e di stare in gruppo per proteggersi e farsi caldo.. l'unico loro affetto, il gruppo. Sylvia George, operatore sul campo di una ONG, ha detto che 74 bambini su 1000 nel paese non vive abbastanza per vedere il quinto compleanno....
di Erika De Toffol


mercoledì 7 novembre 2012

Pune, India: 108 bambini salvati dal commissiarato dell'ufficio del lavoro


... 108??  ... credono di avere fatto grandi lavori? Il 75% era impiegato in ristoranti e le cifre sono riferibili al tempo intercorso tra il 2007 ed il 2012...
Non esiste!!! Quando le Ong riferiscono che almeno 1.100 denunce sono pervenute e che il numero oscuro è di gran lunga superiore, non si può leggere che vadano orgogliosi di avere salvato 108 bambini! Sono felicissima per i 108 salvati, ma che politica è? Come si permettono di dire al mondo che hanno fatto un accurato lavoro di salvaguardia dell'infanzia, quando, diciamocelo, non hanno fatto proprio nulla per tutte le migliaia di bambini che sono in condizioni di schiavitù... o per tutte le bambine che seguono le loro madri, alle dipendenze di chi se lo può permettere come lavoratrici domestiche? Un pensiero per i 108 bambini salvati, perchè anche uno mi dà speranza.. ma da uno Stato, pretendo di più... pretendo che protegga i suoi bambini, che sia in grado di dare loro un'istruzione e che li renda consapevoli un domani, di una professione... mi fa davvero schifo pensare che siano così orgogliosi da dichiarare che hanno salvato 108 bambini in 5 anni, dico in 5 anni!!! .. Il lavoro minorile in India è spaventoso, bambini che poi, dipende dalle caste, non sono nemmeno "vivi"... non esistono... si potrebbero fare mille polemiche, io mi fermo qui e dico che è scandaloso che la maggior parte dei bambini non siano considerati tali...
di Erika De Toffol

martedì 6 novembre 2012

Dunhill, Rothmans, Kent, Lucky Strike e Pall Mall.... il tabacco lo raccolgono i bambini in Indonesia


In Indonesia la vendita di tabacco ha un giro elevato di introiti. Abbiamo già pubblicato articoli nei quali si vedevano bambini di 5/6 anni fumare! Alcuni iniziano dall'età di due anni... L'industria del tabacco non è esente dalle colpe dirette di questo scempio verso i bambini... ed ora un report televisivo mette in evidenza che anche i bambini sono partecipi, come lavoratori, di questo business.
Bambini di undici anni che raccolgono foglie di tabacco, per lunghe ore, sotto il sole e con un caldo soffocante; costantemente esposti al rischio di intossicazione perchè il tabacco  che maneggiano - senza guanti - viene assorbito dalla loro pelle ed entra in circolo, provocando vomito, svenimenti e diarrea. Come in tutte le catene lavorative del mondo che sfruttano lavoro minorile, anche qui, ci troviamo di fronte a gente che ha sub-appalti da grandi aziende estere. Il tabacco in questo caso, alimenta gli interessi della British American Tobacco, che per l'appunto produce diverse e note marche di sigarette ( già citate nel titolo).
L'Indonesia è uno dei pochi stati che hanno rifiutato di firmare l'accordo delle Nazioni Unite per il controllo del tabacco, non ci sono limitazioni d'età per la vendita e i bambini che iniziano a fumare tra i cinque ed i nove anni, sono aumentati di circa sette volte. La pubblicità è massiccia e nessuno fa nulla per fermare il problema. Dalla parte sua, come tutte le multinazionali coinvolte nei recenti scandali sul lavoro minorile, la British American Tobacco (BAT), smentisce categoricamente di essere a conoscenza dell'impiego di bambini all'interno delle proprie filiere... e caso strano... non è nemmeno riuscita a fare sopraluoghi nelle fattorie interessate: dicono di non essere a conoscenza di dove si trovino!!!
di Erika De Toffol