martedì 17 dicembre 2013

Repubblica Centraficana: 2,3 milioni di bambini coinvolti nella guerra



Le stime Unicef parlano tristemente di oltre seimila bambini coinvolti nei conflitti,nella Repubblica Centrafricana. Armati e costretti a combattere. Abusati nell'anima, nel fisico, nella psiche.
"I fatti sono proprio di fronte a noi. Questo feroce conflitto sta colpendo 2,3 milioni di bambini. I bambini vengono uccisi perché sono cristiani o musulmani. I bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case e si nascondono nel terrore per evitare i combattenti. I bambini sono testimoni di orribili atti di violenza. I bambini sono stati reclutati in gruppi armati - forse addirittura 6.000 di loro. Questi attacchi brutali sui bambini sono un affronto per l'umanità"(cit. Anthony Lake, Direttore generale Unicef). Bambini sfollati, costretti ad abusi e reclutati. Fucili più grandi di loro, costretti ad uccidere persone, con le quali magari sino al giorno prima parlavano, giocavano. Tremendo ciò che devono soffrire, drogati, violentati; bambine che diventano serve di fantomatici "eserciti" di ribelli. I bambini non si toccano, i bambini dovrebbero imparare... ma non a sparare, non a giocare alla guerra. I bambini dovrebbero avere e possedere tutti armi in grado di farli crescere serenamente, nel pieno rispetto dell'infanzia: il gioco ed i libri. Quaderni, penne, palloni ( e non da cucire o fabbricare). Armi della pace e per costruire la pace.


Erika D.T.

















sabato 7 dicembre 2013

Cina: operaie molestate sessualmente e riflessioni

Nelle fabbriche di Guangzhou, sarebbero il 75% le operaie che hanno subito molestie o violenze sessuali. A mettere in evidenza questi dati, un'associazione che si occupa dei diritti dei lavoratori. Secondo le interviste effettuate, il 47% delle donne, hanno opposto almeno una volta resistenza, il 15% hanno lasciato il lavoro ma non riescono a trovarne un altro. La fiducia nel sistema ( associazioni, polizia, sindacati etc.) non c'è.
Le donne lavorano nelle diverse industrie della zona ( produzione elettro-meccanica, biomedicina, tessili, prodotti chimici) hanno il diritto ad essere tutelate, ma in Cina, la donna, sappiamo bene essere sottomessa in maniera sistematica all'uomo ed alle politiche sociali. Sarebbe ora ed il caso, di iniziare a boicottare l'industria cinese, che oltre a maltrattare la propria gente schiavizzandola, avvelena anche noi nel cuore con quello che accade troppo spesso e nel fisico con la scarsa attenzione ai prodotti ed i materiali che utilizza. Dobbiamo pensare che nessuna cosa è separata dalle altre. Ogni cosa ha una partecipazione al tutto.
Erika D.T.







Medio oriente: ragazzo di 15 anni ucciso da esercito israeliano

Un ragazzo palestinese di 15 anni è stato ucciso con colpi di arma da fuoco durante scontri in un campo profughi vicino a Ramallah, precisamente quello di Jelazun. La notizia giunge da una fonte medica palestinese. Sono ormai 26 i palestinesi uccisi, in gran parte in Cisgiordania, nel 2013 da parte delle forze armate israeliane.
Sino a che l'uomo non imparerà nulla dalla storia, l'umanità, sarà solo un'illusione di pochi. Odio chiama odio e violenza chiama violenza. La libertà appartiene a chiunque, i confini dettati dall'ignoranza e dalla prevaricazione sono solo immaginari.
Erika D.T.

America latina: la riduzione della povertà va a rilento

Secondo la relazione annuale della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'America latina ed i Caraibi ( CEPAL), 164 milioni di persone (28% della popolazione) sono considerate povere e 68 milioni di persone vivono in estrema povertà. Esiste un estremo divario tra ricchezza e povertà. Il maggior deficit economico dal 2011 lo ha avuto il Venezuela, passato da un tasso regressivo di 5,6 ad uno di 23,9 %. A seguire Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador e Perù. I livelli sono rimasti invariati in Costa Rica, Repubblica Dominicana, El Salvador e Uruguay, mentre la povertà è leggermente aumentata in Messico al 37 % dal 36% di un anno prima. L'agenzia delle Nazioni Unite con sede in Cile, dice che un numero significativo di persone sono ancora interessate da problemi come la mancanza di accesso ad acqua potabile e servizi igienici appropriati. 
Erika D.T.
fonte dati: http://www.voanews.com/content/un-poverty-reduction-slowing-in-latin-america/1804497.html
A woman holds her daughter outside their home in the Amazon rainforest near the city of Uruara, Para State, Brazil, April 20, 2013.

Australia: un caso shock di abuso intergenerazionale su minori.

Sidney: un caso sconvolgente di abusi sessuali su minori e incesto intergenerazionale è stato rivendicato dalle autorità che hanno rimosso 12 bambini da una casa a sud-ovest di Sidney.
I bambini, tutti sotto i 16 anni, sono da ritenersi frutto di abusi che durano da tre generazioni (cit. Fairfax). Sono stati trovati ed hanno vissuto in una fattoria, in uno stato di malnutrizione, a malapena in grado di parlare e senza acqua corrente ed elettricità per la maggior parte della loro vita. Le vittime hanno detto alla polizia degli abusi sessuali che hanno vissuto, presumibilmente per lo più nelle mani dei loro fratelli e cugini. Le autorità hanno detto che alcuni dei bambini non erano in grado di lavare i propri capelli, utilizzare uno spazzolino da denti, fare il bagno o usare la carta igienica. I 12 bambini, di età compresa tra i cinque ed i 16 anni, sono stati levati definitivamente alla "famiglia" dalla Corte dei Bambini di NSW nel settembre di quest'anno, pur sapendo delle condizioni squallide dallo scorso anno. Sono stati dati in affido. I test genetici successivamente hanno  dimostrato che solo uno dei 12 bambini, ha avuto genitori che non erano correlati. Le vittime vivevano con un massimo di 40 persone presso l'azienda agricola.
Ordini di arresti per violenza sono stati emessi nei confronti dei presunti responsabili per impedire loro di avvicinarsi ai bambini.
tradotto da Erika D.T.

I 9000 bambini di strada che soffrono la fame ogni giorno a Mumbai

Mumbai :  . Più di 37.000 bambini vivono per le strade di Mumbai e un sorprendente 25 per cento di loro (più di 9000) soffre la fame ogni giorno,  ha rivelato uno studio. Il censimento, svolto da Tata Institute of Social Sciences e Action Aid, mostra che il 15 per cento dei bambini di strada hanno una qualche forma di dipendenza e il 18 per cento di loro soffrono di qualche forma di malattia. Si dice anche che due su cinque bambini di strada subiscono abusi verbali, fisici e sessuali. "E 'un indicatore di un malessere più grande, non stiamo veramente praticando la politica della crescita inclusiva di cui continuiamo a parlare", ha dichiarato Vijay Raghavan, Professore di Criminologia e Giustizia al Tata Institute of Social Sciences. Il censimento è stato condotto in 26 reparti comunali in città. I dati sono stati raccolti tra il novembre 2012 e il febbraio 2013.E 'stato fatto nel più breve tempo possibile per annullare le probabilità che i bambini fossero contati più di una volta. Il censimento raccomanda l'integrazione dei bambini di strada nei programmi di governo."Si dovrà aiutare il governo nella formulazione della politica in modo che i vari programmi e gli aiuti dati, raggiungeranno questi bambini di strada", ha detto il giudice VM Kanade, . Il censimento raccomanda l'istituzione di anganwadis in luoghi dove la concentrazione di bambini di strada è più alto. Si chiede inoltre l'istituzione di una task force per salvare e riabilitare i bambini e fornire un alloggio alternativo alle famiglie che vivono in siti pericolosi.Il governo del Maharashtra ha dichiarato di voler prendere in considerazione decisioni politiche sulle raccomandazioni. "Ne parleremo con loro e risolveremo il problema per prendere una decisione politica", ha dichiarato il ministro dello Sviluppo per donne e bambini, Varsha Gaikwad.
tradotto da Erika D.T.
articolo originale: http://www.ndtv.com/article/cities/mumbai-9000-street-children-in-the-city-go-hungry-every-day-reveals-study-454580

sabato 30 novembre 2013

Filippine: un bimbo di quattro anni ispira a donare

Little Bejine

Il recente tifone Yolanda, come sappiamo, ha portato distruzione e morte in un paese, già molto provato dal divario economico e sociale. Gli attivisti ed i volontari, non sono mancati all'appello e le loro testimonianze lasciano sperare in un mondo migliore.
La storia che riporterò fa pensare e commuove; è la storia pervenuta sul web, tramite Eldie Nollora David (volontaria attiva di BiG-I Bridge the Gap). 
Un bimbo di nome Benjie, ogni giorno chiede elemosina nella città di Butuan, vicino ad una delle stazioni (presidiata dai membri della Alpha Phi Omega) di assistenza/donazioni per le vittime del tifone. 
Un volontario, un giorno, rimane sorpreso nel vedere Bejine che gli porge una moneta. A quanto pare stava donando la sua moneta avuta dall'elemosina. Alcuni minuti dopo, il bimbo ritorna e porge un'altra moneta al volontario. Probabilmente, pensava che una moneta non fosse abbastanza da donare. Un bambino di quattro anni che è socialmente responsabile, dona speranza per un mondo migliore. Anche nella sua condizione di bimbo svantaggiato che vive per strada, insieme ad altri due fratelli ed al padre, che ha perso tutto, senza una madre che se ne è andata per un altro uomo, questo bambino dimostra al mondo intero che la responsabilità morale e civile, l'appartenenza ad un mondo visto e vissuto con gli occhi di un bambino, con il cuore puro, dona speranza anche a chi apparentemente l'ha persa.
Nel mentre il bimbo ha iniziato a frequentare più spesso i volontari e l'Organizzazione sta cercando di riportare lui ed i suoi fratelli a scuola. 
Erika D.T.


Read more: http://lifestyle.inquirer.net/139697/how-a-four-year-old-street-child-can-inspire-more-people-to-give#ixzz2m7d2kPyC

Dal diario di Christian D' Alessandro (attivista di Greenpeace ) - Le mie prigioni -

Torno finalmente a respirare dopo due mesi di detenzione, nonostante sia libero su cauzione, e su di me ancora penda questa assurda accusa per la quale rischio fino a 7 anni di carcere per un crimine che non ho commesso.  

In carcere ci si sveglia alle 6 del mattino, in una cella di 8 metri quadrati. Dal cortile, radioprigione diffonde l’inno nazionale russo: proseguirà fino alle dieci di sera con musica che anche se non mi piace sono costretto ad ascoltare. La luce è rimasta accesa tutta la notte e resterà accesa tutto il giorno, sempre. 

In cella con me ho un «amico» russo che si trova lì per ben altri motivi, e con il quale non posso comunicare, perché lui non parla inglese e il mio russo è solo all’inizio. Di tanto in tanto si sentono dei colpi nel muro provenienti dalla cella a fianco, immagino sia un saluto e rispondo. L’odore della prigione è un misto tra polvere, cemento, ferro e fumo di sigaretta: mi si attacca addosso, penetra nelle fibre dei vestiti. I rumori all’inizio sono orrendi, poi si impara a conoscerli e ci si abitua. I passi di una guardia, le chiavi suonano ciondolando dalle sue mani prima di infilarsi nella serratura, dopo due mandate la porta di ferro si apre e viene richiusa con violenza. 

Mi alzo dalla branda, nonostante il sottile materasso ho sentito per tutta la notte nella mia schiena le sbarre di ferro che costituiscono la struttura del letto, perchè la saldatura fai da te è stata fatta male. Sono già vestito, ho dovuto indossare tutto quello che avevo per non sentire freddo sotto la coperta puzzolente; mi piacerebbe lavarmi, ma la doccia qui si può fare una volta a settimana, mi limito quindi a faccia e denti, perché in cella ho un lavandino, ma l’acqua gelida vien fuori da un vecchio tubetto di dentifricio utilizzato come prolunga, legato alla tubatura che fuoriesce dal muro. Sono pronto, sì, ma per fare cosa? Ah già, l’ispezione. Due volte al giorno vengo perquisito, e le sbarre alla finestra vengono battute da un martello di legno. 

I giorni scorrono tutti uguali, sono fortunato perché ho dei libri e posso scrivere un diario. Sulla porta c’è uno spioncino, non basta la telecamera che mi riprende 24 ore su 24, più volte durante la giornata una guardia viene a controllare se io e il mio giovane amico russo siamo ancora lì. 

Per un’ora al giorno vengo portato a «camminare». Le guardie hanno imparato a dire «hands back» perché è così che devo camminare lungo i corridoi mentre vengo condotto nella cella dell’ora d’aria, ma spesso quasi perdo le scarpe, perché non mi è permesso avere i lacci. Non capisco quale sia lo scopo di questa cella, mi guardo intorno e vedo solo quattro mura. Sono solo: i Sizo sono centri di isolamento pre-processuale in cui non è consentito avere contatti con i detenuti di altre celle. Il pavimento è un misto tra fango e ghiaccio, e a causa della tettoia non riesco a vedere il cielo. In due mesi non ho mai toccato un raggio di sole. 

Potrei raccontare per ore la mia esperienza, e del resto già l’ho fatto in prigione nei miei diari, ma non è il mio lavoro. Non sono un giornalista come alcuni dei miei compagni, anch’essi arrestati. Io amo il mare in tempesta, e ho scelto di navigare, e di farlo per Greenpeace, che è per me come una seconda famiglia. Non sono un eroe ma semplicemente uno dei tanti a cui è capitato di essere accusato ingiustamente, e sicuramente uno tra i più fortunati, visto che l’interesse mediatico suscitato dalla mia vicenda è servito ad attirare l’attenzione sul mio caso mentre altri vengono spesso dimenticati.  

Mentre vivo questa specie di esilio al contrario confinato qui a San Pietroburgo, un pensiero va ai compagni e alle compagne che ora più che mai stanno lottando per fermare il «biocidio» nella mia terra, la Terra dei Fuochi. Perché l’impegno di chi combatte in difesa dell’ambiente, perseguendo ideali pacifisti e nonviolenti, non può e non deve essere diversificato mai. Non importa che sia a casa nostra o dall’altro lato del mondo, non importa che si tratti di un albero, di un cetaceo, di un fiume in piena, del mare, della terra, o dell’aria che respiriamo, purché si continui a difendere i nostri diritti e a chiedere un cambiamento. A quelle persone adesso mi sento vicino come non lo sono mai stato prima, perché io sono quello che loro sono, e dunque tutti pirati, tutti teppisti, finché non verremo ascoltati.  

Non ho niente di cui pentirmi perché non ho commesso nessun crimine. Pentirsi equivale a riconoscere delle colpe, ad arrendersi, ad avere paura di chi cerca di metterci a tacere ingiustamente, significa darla vinta a coloro che mascherano questo sfrenato sfruttamento del pianeta in virtù di un finto progresso collettivo e a beneficio di tutti, quando in realtà i vantaggi sono dei soliti pochi, mentre i rischi e i danni che ne conseguono riguardano tutti gli altri.  

Ed è inutile stupirsi dei disastri ambientali se poi non si appoggiano le battaglie fatte per cercare di evitarli. Ecco perché eravamo lì, per evitare che l’Artico si tinga di nero come è successo nel Golfo del Messico dopo la tragedia della Deepwater Horizon nel 2010. Invito a uscire dall’indifferenza, perché «quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si può mangiare il denaro». 

venerdì 29 novembre 2013

Germania: poliziotto sgozza e smembra uomo, sospetto cannibalismo

18:21 29 NOV 2013

(AGI) - Berlino, 29 nov. - Un poliziotto tedesco e' stato arrestato a Dresda con l'accusa di aver ucciso e smembrato "in piccoli pezzetti" il corpo di un uomo conosciuto su un sito internet sul cannibalismo. Il poliziotto, 55enne, ha confessato di aver tagliato la gola alla vittima su sua richiesta, e di aver poi fatto il suo corpo a pezzettini, che ha sotterrato nel suo giardino. Ma non ci sono prove che il sospetto, abbia mangiato parti della vittima, un 59enne di Hannover. I due si sono incontrati il 4 novembre alla stazione di Dresda e hanno poi raggiunto l'abitazione del sospetto, nella citta' di Hartmannsdorf-Reichenau.
  "L'accordo era che l'omicidio sarebbe dovuto avvenire subito", ha spiegato il capo della sezione indagini criminali della polizia Maik Mainda. Il poliziotto ha quindi usato un coltello per tagliare la gola del 59enne di Hannover. "Il sospetto ci ha raccontato di aver fatto a pezzi la vittima, pezzi anche molto piccoli e di aver tagliato le ossa, seppellendo i resti nel suo giardino", ha aggiunto. Poi l'agente ha indicato agli investigatori dove ha sepolto la vittima. Al momento l'indagine e' solo per omicidio.
  La vicenda richiama alla memoria quella del criminale tedesco Armin Meiwes, soprannominato il cannibale di Totenburg an der Fulda (Assia). Nel 2001 Meiwes eviro', uccise e mangio' parti del corpo di un omosessuale caprofago tedesco, Bernd Jurgen Brandes, dopo che quest'ultimo aveva risposto ad una inserzione sul sito internet 'Cannibal Cafe''. La vittima la lesse e lo contatto' per farsi macellare e cannibalizzare.
  (AGI) .
Foto: Reuters

Ilo: in Uzbekistan il lavoro minorile non è sistematico e non è frequente

Secondo una ricerca monitoraggio, svoltasi dall'11 settembre al 31 ottobre, condotta dall' Ilo ( Organizzazione internazionale del lavoro) in Uzbekistan, i livelli di lavoro minorile, sarebbero diminuiti drasticamente. Sino all'anno scorso, i bambini ed i minori impiegati nella raccolta del cotone erano sotto gli occhi di tutti. Il servizio stampa dell' Ilo ha annunciato che i monitoratori del fenomeno,rilasceranno un rapporto sulla loro missione di osservatori, entro la fine dell'anno. Tuttavia, l' Ilo ha dichiarato che sono state notate diverse situazioni di gravi violazioni. Hans Von Rohland (addetto stampa ILO) ha dichiarato che c'è uno sporadico uso del lavoro minorile, ma che nel Paese esiste una consapevolezza dell'illegalità del fenomeno.
Gli attivisti per i diritti umani non la pensano esattamente così: non concordano con i risultati forniti dall' organizzazione del lavoro. Secondo gli attivisti il governo uzbeko forza sistematicamente i bambini a lavorare nei campi di cotone e gli agricoltori a produrre quote statali in quello che è un massiccio lavoro forzato sponsorizzato dallo Stato. Il lavoro minorile forzato viene introdotto già dalle scuole, dicendo ai minori che se non lavorano saranno espulsi dal sistema educativo ( fonte Campagna Cotton). Il regime ( si legge nel rapporto della campagna Cotton) obbligherebbe i bambini, i minori a dichiarare false età ed a tornare a  scuola in vista dei monitoraggi Ilo.
Chi abbia ragione non lo sappiamo, ma essendo un regime che controlla l'Uzbekistan, sarebbe meglio che venissero presi in considerazione anche i rapporti degli attivisti e delle altre organizzazioni umanitarie che si battono per sconfiggere il lavoro minorile nel mondo.
Erika D.T.

India, due casi di violenza sessuale ai danni di giovani atlete.

Una ragazza di 16 anni, giovane atleta, è stata brutalmente picchiata vicino alla stazione di Jehanpur in Bihar, per avere resistito ad una violenza sessuale da parte di un delinquente della zona. In Madhya Pradesh, un'altra ragazzina che pratica il Cricket, ha subito un grave atto di abuso da un componente della Madhya Pradesh Cricket Association.
Chissà quando, nel mondo e soprattutto in India, passerà anche solo il concetto, che la donna non è un essere inferiore. La violenza che si esercita sui minori in India sta superando tutti i limiti.
Erika D.T.

Iraq: trovati i corpi di 18 persone a nord di Baghdad.

18 persone, rapite qualche ora prima da persone in uniforme, sono state trovate senza vita a nord di Baghdad. Giustiziati con colpi di arma da fuoco alla testa ed al petto. Tra le vittime risulterebbero esserci quattro poliziotti, un generale dell'esercito e due capi tribali. Le modalità di questo tipo di crimini, stanno diventando frequenti nel paese. 
Erika D.T.





domenica 23 giugno 2013

Legislazione Tanzania: il rispetto dov'è?

Il sistema educativo e le politiche di formazione della Tanzania (1995)  e le politiche dello sviluppo del bambino (1996) esplicano che dovrebbero esserci pari diritti d'accesso all'istruzione di base, per tutti i bambini. I ministeri dovrebbero garantire un coordinamento che garantirebbe l'ingresso alla scuola primaria per i bambini in età scolare e programmi alternativi per i bambini più grandi... purtoppo ciò non accade, nonostante la legge... bambini che hanno occhi arrossati ( dalle droghe) e corpicini esili ( da mala-nutrizione). Apriamo gli occhi perchè non possiamo fare finta di nulla ad oltranza. Alcuni sostengono che ci sia stata un'evoluzione nelle comunità africane, ma la verità è che le "emancipazioni" sono quelle di chi ha potuto emanciparsi! La cooperazione internazionale ha importanza e i volontari laici e non solo religiosi fanno la loro parte.
Erika D.T.

martedì 30 aprile 2013

Uganda, la triste condizione dei bambini di strada



Secondo una stima l'Uganda ha circa 10.000 bambini di strada e Kampala è un triste raggruppamento di questi bimbi. Per un paese descritto come Perla d'Africa, le pratiche socio-culturali messe in atto, fanno in modo che i bambini, nessun bambino vorrebbe viverci..
Immaginiamo uno qualsiasi dei semafori di Kampala, dove uno stop richiama bambini in un attimo. Bambini trasandati, sporchi, deprivati dell'affetto genitoriale, che chiedono con le loro mani elemosina. Si aggrappano alle macchine ferme e spesso sono in coppia ( un bimbo un po più grande spesso porta in braccio o per mano un bimbo più piccolo). La società li criminalizza e le persone provano un misto di irritazione e pietà. Pietà... un bambino non dovrebbe mai fare pietà, un bambino non dovrebbe vivere in strada. La pericolosità a cui sono esposti è alta e la loro vulnerabilità anche. Non hanno accesso ai loro diritti fondamentali ( istruzione, cibo ed un tetto), spesso vengono abusati sessualmente, fatti lavorare da persone senza scrupoli e per la criminalità organizzata, vengono trafficati, vengono a contatto con droghe ( ed il loro abuso). A tutto questo si aggiunge il pregiudizio di chi li circonda, la così detta brava gente... Nessun bambino merita trattamenti degradanti, discriminatori, de-umanizzanti. Forse non servirà a nulla, è vero, ma l'informazione e la sensibilizzazione, sono importanti. Sono le piccole gocce che formano gli oceani
(Erika D.T)








venerdì 26 aprile 2013

Mamma indonesiana aiuta i bambini di strada a trovare la loro nuova vita


Gilang Wahyu Priyana, 13 anni, ha vissuto in strada per oltre un anno praticando l'accattonaggio, cantando per strada e lavorando in una fabbrica di abbigliamento.
Era uno dei 4,5 milioni di bambini di strada in Indonesia nel 2012, secondo le statistiche del bureau indonesiano
Priyana e suo fratello hanno abbandonato la scuola ed hanno lavorato per le strade perché i loro genitori non potevano permettersi il lusso dell'istruzione: lavoravano come spazzini. Quattro anni fa,però, Nur Yanto, un ex ragazzo di strada, li presentò a Ian Handayani. Handayani ha offerto loro alloggio in casa sua con la sua famiglia e promise loro un' educazione.
Gilang rimase con la famiglia di Handayani ed ebbe accesso allo studio,  ora al secondo grado di scuola media. Dopo la scuola Handayani  insegna a lui e ad altri tre figli che vivono in casa sua alcune competenze di base, tra cui il cucito e la conoscenza dell'agricoltura. Handayani, che aveva due figli suoi, ha iniziato il suo lavoro per aiutare i bambini di strada nel 2008. Ha lasciato il suo lavoro con una organizzazione non governativa e ha deciso di rimanere a casa a crescere i suoi figli.
Ha dichiarato che non era facile avvicinarsi ai bambini di strada, spesso venuti a contatto con violenza e droga.

(Ina Hanadayani):
"Lo stigma sociale che i bambini di strada subiscono è in grado di ostacolare il tentativo di recuperarli. Sono come gli altri bambini, siamo in grado di educarli."

La povertà non è l'unica ragione del numero crescente di bambini di strada in Indonesia.

Christina Parwati, Responsabile Domore:
"Questi bambini emarginati sono finiti in strada soprattutto perché hanno sperimentato l'abuso fisico o mentale dai loro poveri genitori."

Parwati ha detto che l'organizzazione stava cercando di ridurre il numero di bambini di strada in città, dove ha stimato che ce ne sono più di 500 fino all'età di 17 anni. Si cerca di dare l'istruzione di base ai bambini ed inoltre un aiuto psichiatrico per i bambini vittime di abusi. Handayani, 37anni, ha detto che la cura dei bambini non è stata facile. Ha aiutato circa 23 bambini di strada a trovare una nuova vita. Dopo aver lasciato le sue cura alcuni hanno trovato lavoro in agricoltura o con i produttori di abbigliamento, altri in ristoranti e saloni di bellezza o come sarti in boutique.

Con l'aiuto di donazioni private e alcune aziende spende 3-4 milioni di rupie ($ 300 - $ 400) al mese per l'istruzione dei bambini e per corsi di formazione professionale. Lei li aiuterà fino liceo. Per chi vuole andare al college o università cercherà di ottenere borse di studio.

Handayani può ospitare fino a quattro bambini contemporaneamente.

Nonostante il successo di Handayani, sei dei suoi bambini di strada che vivevano con lei hanno continuato la loro vita: tre ragazzi sono tornati in piazza e altre tre ragazze lavorano come prostitute.

Dice che il suo obiettivo è quello di educare i bambini di strada, dando loro più opzioni e possibilità  di quelle che  avevano i loro genitori.
tradotto da Erika D.T.
fonte: http://ntdtv.org/en/news/world/asia/2013-04-24/indonesian-mum-helps-street-children-find-new-lives.html

Samsung ammette l'uso di stagno estratto da minori.

Samsung, gigante della telefonia mobile ed elettronica, ha ammesso di avere fatto uso di stagno proveniente dall'isola di Bangku in Indonesia.
Lo sfruttamento nella miniera provoca oltre 150 morti l'anno ed un forte inquinamento ambientale. Le miniere di Belitung e Bangku, forniscono circa il 90% dello stagno indonesiano ed il lavoro non regolamentato permette un ampio sfruttamento di lavoro minorile. Oltre ai minori ed i lavoratori adulti, ne risentono la barriera corallina e le foreste. A questo proposito Samsung ha deciso di avviare un'indagine per tracciare la provenienza dello stagno che impiega nei propri tablet e smartphone. Al contrario di Samsung, Apple non ha ad oggi, ammesso di approvigionarsi di stagno dalle stesse zone.
Erika D.T.

Lavoro minorile ed abusi sessuali

Il lavoro minorile è un problema mondiale, ma colpisce soprattutto i bambini nei paesi in via di sviluppo. Il lavoro minorile è caratterizzato da un lavoro a tempo pieno in età troppo precoce, e troppe ore trascorse lavorando. Il lavoro spesso provoca stress fisico, sociale o psicologico indebito, ostacola l'accesso all'istruzione, e può essere dannoso per lo sviluppo sociale e psicologico. Il Programma di monitoraggio dell'informazione statistica OIL e sul Lavoro Minorile recentemente ha stimato che 211 milioni di bambini, o il 18 per cento dei bambini di età compresa tra 5-14, sono in tutto il mondo economicamente attivi. Il 60 per cento di questi bambini lavoratori vivono in Asia, e il 23 per cento vive nell' Africa sub-sahariana. I bambini economicamente più attivi sono impiegati in agricoltura. I tassi complessivi di pedofilia sono più elevati nelle regioni caratterizzate da una maggiore percentuale di famiglie a basso reddito e nelle regioni con alti tassi di disoccupazione.
(fonte dati: http://pakobserver.net)
Erika D.T.

lunedì 11 marzo 2013

Fuori nella strada


La Georgia e l'esercito di bambini che vivono nelle strade...
Nel 2004, circa 5.200 bambini georgiani vivevano in istituti per i minori svantaggiati e disabili. Oggi, ce ne sono solo 100...apparentemente un segno che  l'ambizioso piano d'azione per bambini della Georgia - che mirava a reintegrare i bambini socialmente più vulnerabili nelle loro famiglie biologiche o darli in affidamento o altri tipi di supporto - ha funzionato. La vicina Armenia, con una popolazione di poco inferiore, ospita ancora 4.900 bambini in istituti, molti dei quali hanno una famiglia...
Ma c'è un rovescio della medaglia per il successo apparente della Georgia:  i bambini di strada - i minori che trascorrono la maggior parte del tempo in giro per le città sono diventati sempre più visibili nella capitale Tbilisi e altri centri urbani come Kutaisi e Batumi.
Secondo l'UNICEF, ci sono circa 1.500 i bambini che vivono o lavorano per le strade delle grandi città della Georgia dal 2008. Cifre precise sono difficili da trovare, perché molti di questi bambini non possiedono adeguata documentazione, come ad esempio certificati di nascita o il passaporto, il che significa anche che non possono frequentare la scuola. Negli ultimi anni il loro numero è probabilmente aumentato, perchè sono considerati anche i bambini Rom, Dom, o curdi dall'Azerbaijan ( in Azerbaijan si è attuata una rigida restrizione contro l'accatonaggio).
Unione europea e Unicef stanzieranno 850.000 euro in due anni, per avviare un progetto concreto per risolvere la situazione: i bambini non hanno documenti, nessuna istruzione e sono esposti ad abusi. Il progetto utilizzerà squadre mobili di assistenti sociali, psicologi ed educatori e dei nuovi centri di transizione e day hospital per identificare circa 700 ragazzi di strada e portarli in luoghi esistenti di protezione.
Erika D. T.



martedì 19 febbraio 2013

La situazione attuale in Laos


Molti bambini in Laos sono vittime di abusi fisici e sessuali: quasi la metà di tutti i bambini di strada in Laos è scappata di casa perché sottoposta a violenza domestica. Il Laos, non ha ancora specifiche strategie nazionali per la protezione dell'infanzia riguardo ad abusi, sfruttamento ed abbandono. Preoccupazione crescente è per il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei bambini a scopo lucrativo. Orfani, bambini di strada e migranti sono le vittime principali. I dati nazionali stimano che ci siano 85 mila orfani sotto i 16 anni di età in Laos (3,5% della popolazione infantile).
Ci sono circa 800 bambini di strada (che lavorano, che vivono per le strade e che fanno entrambe le cose) nella capitale del Laos. Un sondaggio su 270 bambini di strada della capitale ha rilevato che il 34% sono al di sotto di 10 anni di età, il 60%  tra 10 e 15 e il 6% ha più di 15 anni. Il Laos è un paese di origine per la tratta di esseri umani, con la destinazione primaria in Thailandia, anche se sono crescenti ora i casi di traffico verso la Cina. La stragrande maggioranza delle vittime della tratta sono ragazze di età compresa tra 12-18 anni e di questi, il 35% si ritiene che finiscano nella prostituzione forzata.
Istruzione ed aiuti economici alle famiglie sarebbero un buon punto di partenza per assicurare un successo futuro.

lunedì 18 febbraio 2013

Lavoro minorile in Laos


Secondo le stime più recenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro, 215 milioni di bambini in tutto il mondo sono intrappolati in una qualche forma di lavoro. Questi bambini non vanno a scuola, hanno poco o nessun tempo per giocare e molti di loro non ricevono una corretta alimentazione e assistenza sanitaria. Il lavoro minorile resta una sfida in molte delle parti più povere dell'Asia e c'è ancora molto lavoro da fare per spezzare i legami tra povertà e il lavoro minorile.
Le indagini della forza lavoro e il lavoro minorile nella  Repubblica democratica popolare del Laos (Laos) sono quindi benvenute. L'indagine sulle forze di lavoro hanno evidenziato che la popolazione del Laos è di 5.818.447 di cui 2.913.989 di sesso femminile. Questo è un paese molto giovane: più di due milioni di persone, quasi due quinti della popolazione hanno meno di 18 anni di età. Il rapporto mostra che su 3.886.000 persone di 15 anni o più, 3,08 milioni sono nel mondo del lavoro.
Tuttavia, secondo l'indagine sul lavoro minorile, circa 178.000 bambini in Laos sono considerati coinvolti nel lavoro minorile - circa 96.000 ragazzi e 81.000 ragazze. Di questi più di 130.000 - o due su tre bambini lavoratori - sono coinvolti in quello che viene definito come lavoro pericoloso. Il novanta per cento dei bambini lavoratori lavorano in agricoltura e pesca, per più di 49 ore alla settimana. La maggior parte dei bambini lavoratori si trovano in zone rurali.
FONTE DATI: http://csr-asia.com

domenica 17 febbraio 2013

Spese militari e spese per i bambini di strada



Il Pakistan ha una delle più grandi popolazioni del mondo di bambini di strada, che si stima essere tra 1,2 milioni e 1,5 milioni con un età media di 9 anni. La maggior parte muoiono prima del loro 18 ° compleanno.

La situazione dei bambini di strada riflette più ampi problemi per i bambini in Pakistan. Quasi il 30 per cento dei bambini del paese, sotto i 5 anni è sottopeso e il 40 per cento hanno un arresto della crescita: le spese pro-capite del Pakistan per l'assistenza sanitaria sono di soli $ 23, rispetto ai $ 35 a $ 50 raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Pakistan è in classifica al 113 ° di alfabetizzazione e 182° nel mondo per la spesa dell'assistenza sanitaria.

Anche con tali cifre, il governo pakistano sembra spesso apatico per quanto riguarda la situazione dei propri figli. Il Pakistan ha speso il doppio per la difesa in tempo di pace di quello che ha speso per l'istruzione e l'assistenza sanitaria insieme. Proprio quest'anno, secondo le notizie , il governo pakistano ha annunciato la sua intenzione di destinare meno del 2 per cento del suo bilancio per l'istruzione superiore, e il 20 per cento ai militari.

Troppo spesso, il governo pakistano criminalizza i poveri delle città, piuttosto che fornire protezione ai minori vulnerabili, rimproverando loro crimini irrisolti, premendo l'accusa di vagabondaggio e di comportamento indecente contro di loro, e calci fuori degli ospedali, ha detto Mr. Bilgrami della Fondazione Azad. Anche se i bambini di strada sono onnipresenti lo stato si è dimenticato di loro.
Nikki Kahn photo's
Erika D.T.

I diamanti frutto del lavoro minorile in Liberia




L'assunzione di  manodopera minorile in Liberia è vietata, ma nonostante la legislazione, il Ministero liberiano del territorio, dell'energia e delle miniere, dichiara che secondo un rapporto dei servizi segreti che si occupano del settore dei diamanti, circa 1500 minori sono coinvolti nell'estrazione del prodotto dalle miniere.
Le dichiarazioni di presidi di scuole locali, non lasciano molti dubbi a riguardo: un preside in particolare ha dichiarato che ha perso 200 studenti solo nell'ultimo anno. L'abbandono scolastico è solitamente causa di impiego dei bambini e/o ragazzi nel lavoro minorile. La povertà,purtroppo, coinvolge le famiglie nello sfruttamento dei propri figli, anche piccolissimi. In Liberia solo il 15% della popolazione svolge un'attività, ed il 2% di questi guadagnano 2$  al giorno; chi estrae i diamanti guadagna molto di più... I bambini sono esili e piccoli e raggiungono  i luoghi stretti nella miniera , più facilmente.











Bambini salvati dal lavoro minorile in Ghana

Heights Challenging, una organizzazione non governativa in Ghana, ha, alla fine del 2012 salvato dalla schiavitù 111 bambini e molti altri sono stati salvati dal lavoro minorile, dalla schiavitù ed a rischio di perdere la propria salute. La dichiarazione resa da Kofi Annan riportava anche che si è fornita assistenza a 1.640 bambini e giovani in 32 comunità di sei distretti. Sono stati forniti aiuti anche per incentivare la creazione di "piccole aziende" da parte di madri per potere mantenere i loro figli, è stato costruito un centro con una biblioteca ed allestito con 30 computer; 25.000 persone sono state raggiunte dal messaggio che vuole la tutela, la protezione dell'infanzia dallo sfruttamento e che l'istruzione è importante! Dare consapevolezza di questo è prioritario per permettere alle famiglie di trattare i bambini in quanto tali e non vederli come fonte alternativa di reddito. In Ghana si sono anche formati sei comitati per i diritti dei bambini: oltre 120 bambini hanno attivamente partecipato alla creazione ed hanno fatto conoscenza con i loro diritti. Ogni tanto si sentono notizie che lasciano speranza al futuro e ne siamo contenti! 
Erika D.T.


India, dove parlare di abusi sui minori è ancora difficile

Mancanza di risorse e assenza ( o quasi ) di personale qualificato in India, impediscono l'attuazione della normativa sugli abusi ai minori.
Gli abusi  sessuali ai danni di minori sono davvero un fenomeno in pericolosa e grave crescita in un paese che  teoricamente sulla carta ha creato una normativa che prevede pene severe per chi abusa dei bambini. L'India ha anche istituito tribunali speciali per trattare e giudicare i casi di abusi sui minori.Nella realtà, le misure adottate dal Parlamento indiano, ben poco hanno risolto. Lo stigma sociale che un bambino deve sopportare se denuncia gli abusi, fa si che molte piccole vittime non abbiano il coraggio di esporsi; diversi casi sono stati riferiti di testimonianze ( anche alla polizia) nei quali i bambini sono stati insultati, picchiati, scherniti... e le bambine, le ragazzine, segregate nelle loro camere e case per evitare che si venisse a sapere dalla società lo stupro subito: una violenza ad una bambina ne comprometterebbe il suo futuro matrimonio.
430 milioni sono i bambini indiani (fonte  dw.de) e nel 2011 il Governo indiano ha stimato che circa il 40% è suscettibile alle minacce di abusi sessuali, lavoro forzato, droghe, criminalità, tratta...
Uno studio di HRW ( Human rights watch) sostiene che i minori vengono abusati a casa, da vicini, in orfanatrofi ed a scuola; da persone conosciute in maggior parte. Nessuno è al sicuro, nessuno ha ancora iniziato ad estendere controlli ad esempio negli orfanatrofi. Nessuno ha ancora spezzato realmente quel muro dell'ignoranza su cui è ancora ( purtroppo) basata la società indiana. Perchè, senza la conoscenza, l'India andrà avanti per stigma e per credenze, che nulla hanno a che fare con l' educazione civile e morale di un Paese evoluto. Speriamo, crediamo in un'istruzione universale, che permetta a chiunque di scindere la realtà dal sovrannaturale e che i bambini possano sempre denunciare chi ha fatto e fa loro del male!
Erika D.T.



venerdì 15 febbraio 2013

Nigeria, dove i bambini combattono per la sopravvivenza


Trattamenti inumani, assenza di istruzione e lotte per la vita contraddistinguono i bambini di strada in Nigeria.
L'incredibile numero crescente di bambini di strada nelle città nigeriane è un problema, un grave problema. Lottano per i pasti e la sopravvivenza. Vagano per le strade: l'accattonaggio, la sofferenza di essere sottoposti a lavoro minorile, lo stupro e altre forme di abuso sessuale, prostituzione e per giacigli pavimenti, auto abbandonate e raramente ostelli a turni...
Bambini che hanno in gran parte subito abusi in famiglia, scappati per una ipotetica libertà che li ha messi nelle condizioni di abbandono totale; abbandonati fisicamente e psicologicamente.
Bambini abbandonati dalle famiglie di origine ma anche dalla società che materialmente non riesce a soddisfare la "richiesta" di aiuto dei suoi figli... Bambini che vengono etichettati come delinquenti... eppure sono solo affamati, non solo di cibo, anche d'amore.
Erika D.T.

martedì 12 febbraio 2013

I bambini (di strada) violentati di Kabul

Il numero dei bambini di strada è aumentato in Afghanistan a Kabul. L'incremento del fenomeno ha portato in evidenza il pericolo di abusi sessuali a cui sono quotidianamente sottoposti i bambini nelle strade e nei parchi dove solitamente dormono o girano. La giustizia afghana, in caso di abusi sessuali verso minori presenta molte lacune come già per altro fatto notare da Human Rights Watch.  Il caso di un ragazzo di 13 anni che è stato in carcere dopo " avere fatto sesso " in un parco con due uomini fa riflettere molto... la vittima è stata condannata per pederastia, la pena è correlata ai "Crimini morali" e va dai 5 ai 15 anni. A nessuno è venuto in mente che forse quel bambino è stato stuprato?... Tredici anni, rapporto con due uomini... mah?!? ... e che fa il governo afghano? Lo mette in carcere rendendolo vittima due volte. Sarebbe stato sicuramente ovvio e logico fare in modo che il bambino potesse avere un'assistenza medica e psicologica adeguata subito. Il sistema legale afghano  va decisamente riformato garantendo che alle vittime di stupro venga riconosciuto che hanno subito un reato e non facendo passare per colpevoli bambini violentati. C'è davvero bisogno di attuare misure urgenti per proteggere i bambini di strada ed a rischio stupro, come i bambini che praticano il Bacha bazi ( pratica nella quale i bambini maschi vengono vestiti da donne e costretti ad intrattenere ballando gli uomini - poichè alle donne non è permesso farlo- e nella quale solitamente i bambini vengono abusati ).
Erika D.T.






giovedì 31 gennaio 2013

Mamma per i bambini di strada della Cambogia.


Tania Palmer, durante un viaggio in Cambogia, ha avuto un'esperienza che le ha cambiato la vita. Circa una decina di anni fa ha visto con i propri occhi le lotte per la sopravvivenza dei bambini di strada. Tania è una ex-designer di interni, oggi ha 46 anni e sostiene 70 bambini a Siem Reap. Il suo percorso è iniziato nel 2005 quando ha deciso di aiutare i bimbi che erano vulnerabili a rapimento, abuso, mercato sessuale e malattie. Ha fondato il Green Gecko, scuola e centro sociale che  offrono competenze educative e tengono lontani i bmabini dal mercato del sesso. Lei, il marito ed i bambini si considerano come una grande famiglia perchè come dice Tania :" Noi facciamo esattamente quello che qualsiasi altra mamma e papà fanno, ma su una scala più grande." Nonostante questo, al centro viene offerta formazione anche ai genitori dei bambini. L'insegnamento fondamentale di Tania è che non dobbiamo mai sottovalutare che ognuno di noi, può fare del bene per gli altri, quando lo sentiamo istintivo e naturale.
Erika D.T.












lunedì 7 gennaio 2013

Il governo delle filippine intraprende un progetto volto alla riduzione del lavoro minorile.



Il governo delle filippine intraprende un progetto volto alla riduzione del lavoro minorile.
9 miliardi di pesos, circa 220 milioni di $, saranno investiti per istruire, la sanità, la prevenzione, il monitoraggio e la valutazione del problema del lavoro minorile.
Circa 2,9 milioni di bambini lavorano nel paese ed il governo vuole ridurre di almeno il 75% la pratica.
15.568 villaggi saranno destinatari dei fondi messi a disposizione.
Erika D.T.