venerdì 9 dicembre 2011

VIDEOGIOCHI : FANNO BENE O FANNO MALE?

MODIFICAZIONI EMOTIVO-COGNITIVE
Un nuovo studio dell'Indiana University, ha messo in correlazione gli effetti che hanno sulla mente umana i videogiochi violenti. La ricerca, basata su un campione di 28 soggetti volontari tra i 18 ed i 29 anni d'età, è stata impostata dividendoli in due gruppi uguali: al primo gruppo è stato chiesto di giocare per un totale di 10 ore in una settimana ad un videogioco violento e non giocare  nella settimana successiva, all’altro gruppo invece, è stato chiesto di non giocare  per due settimane.
I ragazzi che avevano giocato ai videogames durante la prima settimana, presentavano alla risonanza magnetica funzionale, una minore attivazione del lobo frontale inferiore sinistro, quello dedicato al lato emotivo, e della corteccia cingolata anteriore, quella preposta al riconoscimento dei pericoli ed altre funzioni cognitive. L’inaspettabilità della scoperta,  è stata che questa riduzione dell’attività spariva dopo appena una settimana in cui i volontari non toccavano più i videogiochi.
In particolare le aree che verrebbero toccate sono quelle legate all’emotività e alla funzione cognitiva.
Per la prima volta, abbiamo trovato che un campione di giovani adulti randomizzati ha mostrato minor attivazione in alcune regioni frontali del cervello dopo una settimana di videogiochi violenti in casa. Le regioni del cervello colpite sono importanti per controllare le emozioni e il comportamento aggressivo (cit. Dott. Wang)
RIABILITAZIONE MOTORIA
Gli studiosi e gli esperti si interrogano anche sugli effetti riabilitativi che le moderne console ludiche possono avere: una ricerca condotta presso l’Istituto di Telese  mette in evidenza il ruolo che i videogiochi nei quali si usa il proprio corpo allenandolo, possono svolgere nella terapia di riabilitazione di pazienti anziani e disabili.
DIPENDENZA
Nello stato dell'Iowa, i ricercatori universitari, hanno svolto una ricerca sulla dipendenza creata dall'utilizzo dei videogames: 3000 bambini sono stati monitorati per due anni. Passavano in media venti ore a settimana ad utilizzare i giochi. Una percentuale tra l'8 ed il 10% presentava segni di dipendenza. I bimbi più piccoli si sono dimostrati più inclini a sviluppare patologie quali: depressione, fobie sociali ed ansia indipendentemente dalla loro personalità. Gli adolescenti - secondo un'altra ricerca - sembrano invece in grado di giocare senza alcun effetto negativo. Solo in una bassa percentuale il comportamento diventa problematico (cit. Desai). Chi ha dimostrato di avere problematicità, spesso aveva anche il vizio del fumo di sigaretta ed a volte anche il consumo di droga. Psicologicamente si sono notate depressione ed aggressività.
Credo che le nuove tecnologie siano strumenti validi in campo educativo e ludico-ricreativo : come per tutte le cose, se usate con parsimonia possono portare benefici. Basta sapere scindere ciò che valorialmente è utile alla formazione armonica dell'individuo. Per fare ciò è necessario però avere delle buone basi emotive. Un figlio si educa con la consapevolezza dei valori, del bello, dell'amore, dell'ascolto e dell'attenzione...poi, è facile scegliere ciò che è giusto.
Erika D.T.

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