Può essere utile una categorizzazione degli abusi sessuali in base alla relazione che intercorre tra la vittima e l’autore dell’abuso. Riprendendo le categorie utilizzate dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato italiana, ad esempio, è possibile parlare di abuso:
- extraspecifico quando l’abusante è uno sconosciuto;
- intraspecifico quando l’abusante è una persona che il bambino/l’adolescente conosce e frequenta.
Di seguito sono riportate alcune delle idee più diffuse:
- L’abusante è di sesso maschile. In realtà, gli abusi possono essere perpetrati anche da donne, sebbene ciò avvenga in un numero inferiore di casi;
- L’abusante è una persona adulta. In realtà gli autori di abusi sessuali possono appartenere a qualsiasi classe di età, anche adolescenziale (i cosiddetti “young sex offenders”);
- L’abusante appartiene a particolari fasce socio-economiche, background culturali, categorie professionali, gruppi etnici o religiosi. In realtà gli autori i abusi sessuali si distribuiscono trasversalmente nelle diverse classi socio-culturali;
- L’abusante stesso ha subìto durante l’infanzia abusi sessuali. Questo dato non è generalizzabile e trova riscontro nel 30% dei casi;
- L’abusante è una persona estranea, che non conosce il bambino. In realtà la maggior parte degli abusi sessuali nell’infanzia sono attuati da persone conosciute dal bambino. Solo in una piccola percentuale di casi l’abusante è una persona sconosciuta al bambino. I dati della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato mostrano come, in media, tra il 2002 e il 2005, circa l’80% delle denunce di abuso sessuale si riferisca ad abusi commessi da persone conosciute dal bambino.
Inoltre, il rapporto di conoscenza tra bambino e abusante rende il fenomeno dell’abuso sessuale nell’infanzia particolarmente complesso e difficile da riconoscere: i bambini stessi possono nutrire sentimenti contrastanti nei confronti dell’abusante che, come è evidente nel caso dei familiari, può essere una persona a cui sono affezionati e di cui si fidano. Soprattutto per i bambini più piccoli può essere difficile capire che le attività sessuali in cui sono coinvolti non rientrano nelle normali modalità relazionali tra adulti e bambini.
(http://www.azzurro.it/index.php?act=news&metatitle=Chi_sono_gli_abusanti&id=79&task=view&idb=20&area=179&item=37)
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