venerdì 18 novembre 2011

"MISS LAGOS", SCHIAVA DEL SESSO MUORE A 23 ANNI.

Lilian se n'è andata. Ora è libera.  A 23 anni ci ha lasciati dopo una vita fatta di soprusi e violenze fisiche e psicologiche. Miss Lagos, come l'avevano soprannominata le volontarie dell' Associazione On the road (che si occupano di volontariato sociale), era appena ventenne quando fu reclutata in Nigeria da un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione in Italia.
La sua storia, la racconta lei ,nel documentario Schiavi girato da Giuseppe Laganà ed andato in onda su Rai tre.
Iniziata alla fedeltà assoluta verso i suoi aguzzini con un rito voodoo, viene poi immessa nel giro della prostituzione. Era il 2008 quando piena di speranze arriva in Italia, con un debito di asservimento di 62000 euro.
Crede così, che il suo lavoro possa aiutare la sua famiglia ad uscire da una situazione di estrema povertà. Lilian, sapeva  che si sarebbe prostituita, ma non aveva nessuna idea delle condizioni in cui si sarebbe trovata.
Dal 2008 al 2010, Lilian dapprima a Milano e poi tra Abruzzo e Marche, frutta all'organizzazione ed alla sua "Madame" Victoria 40000 euro.
Scopre di essere incinta e viene fatta abortire senza un minimo di assistenza medica. Inizia così il suo calvario, raccontato da lei stessa con le lacrime che sgorgano sul suo viso e con la sua espressione impaurita e triste. Aiutata dalle volontarie dell'associazione On the road, viene ricoverata in ospedale in preda a forti dolori. La diagnosi non lascia dubbi: Linfoma non Hodking, raro cancro linfatico l'ha colpita ed è già a livello 4... Non c'è più nulla da fare.
La schiavitù, l'estrema violenza psicologica e la sua condizione di irregolarità sul territorio italiano, non le hanno permesso di accedere prima al sistema sanitario.
Secondo l'articolo 32 della Costituzione italiana: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti."
Questo, vuole intendere che chiunque sia sul suolo Italiano, può e deve richiedere aiuto!!
Il 15 novembre 2011, Lilian ha avuto sicuramente un po di giustizia: i suoi aguzzini, in base alle testimonianze rilasciate precedentemente la sua morte, sono stati arrestati.
Cosa rimane a noi di Lilian Solomon?? Di Lilian rimangono la sua intelligenza, le sue lacrime, la sua voglia di vivere, la sua esperienza. Esperienza che nessuno di noi può giudicare ma solo conoscere e portare a conoscenza. Perchè, ragazze come lei ce ne sono tante, troppe. Lilian, noi siamo uniti per denunciare quello che ti hanno fatto e vi fanno, per dire no alla tratta delle donne e bambine, per evitare falsi moralismi spesso strumentali.
Grazie a te, abbiamo saputo cose che fanno male, ma danno la forza di combattere con tutte le nostre forze per informare e stare vicino, senza girarci dall'altra parte, a chi nella propria quotidianità vive le stesse cose!
Erika De Toffol

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