domenica 20 novembre 2011

IL BAMBINO MALTRATTATO

Il radiologo J. Caffey , circa sessanta anni fa, metteva in evidenza che diversi bambini giunti all'ospedale e sottoposti ad accertamenti radiologici, presentavano diverse fratture multiple ed emoraggie sub-durali.
Negli anni sessanta il pediatra Kempe coniò il termine battered child syndrome (la sindrome del bambino battuto) per descrivere i sintomi di quei bambini che venivano sistematicamente picchiati dai loro genitori o tutori.
Negli anni successivi si introdusse il concetto che oltre ad un tipo di abuso fisico se ne affiancavano anche uno di tipo psicologico ed uno dell'abbandono (in-curia).
L'incuria è un tipo di abuso che si manifesta con privazione di cibo, affetto, cure mediche e privazione di alimenti vitali come l'acqua; in poche parole determina un danneggiamento non accidentale della condizione di benessere fisico, psicologico ed affettivo del bambino. Condizione che comprende anche la disidratazione (deriva dalla privazione di acqua), emorragie craniche in seguito a scuotimento del bambino insieme a ecchimosi e lacerazioni.
Tra i maltrattamenti del bambino, una forma decisamente importante di abuso è la deprivazione affettiva che influenza a volte in modo anche grave la crescita e lo sviluppo emotivo del bambino.
I bambini di età inferiore ai sei anni sono in genere i soggetti più a rischio di questi maltrattamenti.
Tra le cause che determinano la vittimizzazione alla sindrome del bambino battuto ci sono la scarsa forza fisica (quindi fanno fatica a scappare e/o difendersi) e le categorie di bambini che dimostrano i primi sintomi di malattie croniche, gli iperattivi, i bambini con handicap ed i bambini nati da gravidanze indesiderate.
In tutti i Paesi del mondo, in ogni entnia ed in qualsiasi realtà sociale ed economica si verificano casi di abuso ai danni di minori. Non è raro che un genitore abusante sia stato abusato e quindi non essere in grado di realzionarsi emotivamente con i propri figli. La responsabilità della rete sociale, infine, è un fattore molto importante di prevenzione del rischio e della reiterazione del fatto-reato: se un medico, uno psicologo oppure un insegnante si rendono conto che qualche cosa potrebbe essere stato fatto ad un minore, vige l'obbligo di intervento.
Erika D.T.

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