lunedì 25 giugno 2012

Decapitazioni record in Arabia: quattro esecuzioni in un giorno

Condannati per omicidio e sequestro, ma anche per "possesso di talismani". Sono già 39 i cittadini messi a morte dall'inizio dell'anno Giusto per non parlare solo dell'Iran e delle sue incivili impiccagioni sulla pubblica piazza, Nessuno tocchi Caino, nella sua puntuale segnalazione delle esecuzioni capitali in giro per il mondo dedica un capitolo corposo all'Arabia Saudita. Nessuna indiscrezione. La fonte è l'agenzia di stampa ufficiale saudita SPA e la notizia è che appena pochi giorni fa ben quattro persone sono state decapitate nel giro di 24 ore. Si tratterebbe di due fratelli egiziani, Mohammed bin Nafe e la sorella Jamalat bint Nafe, che avrebbero “rapito una bambina di nove anni nella Moschea del Profeta a Medina, torturandola e tenendola rinchiusa per sei anni e mezzo nella loro residenza”. “Mohammed ha ripetutamente violentato la bambina durante questo periodo e i due egiziani avevano progettato di portarla fuori dal Paese”, recita l'agenzia. Inoltre, “I due inoltre hanno trascurato la salute dei rispettivi bambini e commesso violenze nei loro confronti, provocando la morte di due figli di Mohammed”. I due egiziani sono stati decapitati a Medina. Lo stesso giorno Ali bin Mohammed Al Qahtani, cittadino saudita, sarebbe stato decapitato per l'omicidio di un connazionale nella regione di Asir. E se fin qui siamo nella norma, per quanto odiosa, di delitti noti anche a noi come tali, più misteriosa risulta la condanna alla pena capitale di un altro saudita, Muree bin Ali Al Asiri, della provincia di Najran, accusato di “stregoneria, magia e possesso di talismani”. En passant, forse convinto dai metodi persuasivi dei mutawwi'a, i poliziotti che vigilano sulla purezza della fede, l’uomo avrebbe anche confessato di aver commesso adulterio con due donne. Con queste ultime quattro decapitazioni giungono a 39 le persone giustiziate in Arabia Saudita dall’inizio dell’anno. Sulla base, bene precisarlo, di notizie ufficiali e cioè di quello che il governo stesso intende far conoscere. E anche per i cultori della pena di morte, di cui non faccio parte, resta da interrogarsi sul reato di stregoneria, che getta un'ombra fosca su tutto il sistema nel suo complesso. fonte: La Stampa.it

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