lunedì 25 giugno 2012

PAKISTAN: il terribile silenzio delle vittime di abusi sessuali intrafamiliari

La difficile vita delle giovani donne pakistane è resa ancora più difficile dall’obbligo del silenzio in caso di violenze sessuali domestiche. Intere famiglie proteggono spesso chi perpetra un abuso ai danni di una bambina o bambini in famiglia. La storia di Sidra, 30 anni ne è un esempio: violentata insieme alla cuginetta dall’età di sei /sette anni, dal nonno paterno. A loro fu chiesto di tacere, perché una rivelazione del genere, avrebbe distrutto la famiglia. Secondo i media l’abuso sessuale, non è così raro in Pakistan ma i leader tradizionalisti usano il negazionismo più stretto; evidenziano che certe cose nel Paese non si verificano indicando come propaganda occidentale le voci che girano intorno alle diverse vicende di abusi. La Ong Sahil di Islamabad ha dichiarato che nel 2011 gli abusi sessuali sui minori dichiarati dalla stampa, sono stati 2303 comprensivi di 56 casi di incesto. Lo stigma sociale, la paura di dichiarare gli abusi subiti spesso sono legati ai luoghi remoti dove si verificano e dove, la stampa ed i media hanno difficoltà ad intervenire per la difficoltà di avere informazioni dalle vittime. Il silenzio forzato può avere un effetto devastante e traumatico profondo.Ciò che non si vede in superficie, lascia cicatrici profonde ed anche a distanza di molti anni, le vittime degli abusi possono non riuscire a capire cosa sia successo. La legge poi non aiuta: poliziotti, medici ed altri preposti nei casi di abusi sui minori, sono spesso riluttanti nel credere alle testimonianze di incesti. Essere associati ad un crimine del genere è fonte di vergogna e le famiglie cercano di coprire tutto per proteggere se stesse. Erika D.T.

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