mercoledì 17 ottobre 2012

129 bambini salvati e truffati dal governo indiano.


Tutto il mondo è paese, ma nonostante la rassegnazione dilagante, non mi abituerò mai ad eventi del genere. Più di sei anni fa, 129 bambini  del Bengala occidentale furono salvati dagli squallidi stabilimenti di sari. Il governo di Dehli stabilì che avessero diritto ad un risarcimento di 20.000 rupie ciascuno ( circa 290 euro). Ad oggi, nonostante l'irrisoria cifra, i bambini stanno ancora attendendo quei soldi che i governi locali avevano deciso di stanziare per la loro riabilitazione come stabilito dal diritto. La burocrazia... sembrerebbe questo il problema: bambini che lavoravano in condizioni disumane a Kotla Mubarakpur, salvati, liberati e di cui ci si è dimenticati ( il governatorato di Dehli) di rilasciare i certificati di riammissione per le vittime, obbligatori per avere il sussidio di disoccupazione e le 20.000 rupie. I governi di Dheli e del Bengala invece di inviare i certificati alle vittime, li hanno inviati ai commissari dei tre stati di origine dei bambini... bambini che potrebbero essere morti senza quei sussidi...
 mai riabilitati ed inseriti in società... Non è la prma volta che accadono questi "disguidi" burocratici; nello Uttar Pradesh 700 lavoratori schiavi per debito sono stati rilasciati, ma anche loro a causa di bilancio in passivo non hanno ricevuto fondi, peraltro legalmente destinati, per la riabilitazione. Pagano sempre i più deboli, pagano anche i datori di lavoro illegale... ma solo a parole.
di Erika De Toffol

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