martedì 7 agosto 2012

BAMBINI E RAGAZZI DI STRADA



Kiev, Euro 2012 ed i “randagi”.

Non è tutto oro quel che luccica, già…
Sono passati due mesi dall’inaugurazione di Euro 2012 ed il dorato mondo delle star calcistiche internazionali. Il centro di Kiev era da immortalare in scatti fotografici  e nella mente dei visitatori accorsi apposta per la manifestazione. Kiev doveva essere presentabile e fare bella figura agli occhi del resto dell’Europa. I retroscena però, pochi li conoscono; dopo le innumerevoli proteste degli animalisti ( delle quali il web è pieno) le polemiche, da parte di pochi, veramente troppo pochi, si sono spostate sulla gestione dei bambini di strada che affollavano le zone del centro città e commerciali. Bmabini, anche molto piccoli che vivevano nella strada chiedendo elemosina e prestando i servizi – come tutti i bambini di strada nel resto del mondo- a chi ne faceva richiesta. Il governo ucraino ha stanziato circa 11 miliardi di euro per per ammodernare le proprie strutture sportive, strade ed aeroporti ed ha posto il divieto ai bambini di strada di praticare il centro città. E’ scattata una sorta di apartheid: con ogni mezzo, i bambini dovevano essere allontanati dal centro e relegati alle periferie della città. Come in tutte le situazioni di povertà ed indigenza, i bambini randagi di Kiev, vivono come possono: dormono nelle fogne, sotto i ponti e sniffano colle. Emergono dai loro tombini solo per ricordarci che esistono e per cercare il sostentamento. Un bambino su dieci  è sieropositivo, le malattie a trasmissione sessuale si moltiplicano. Sono gli invisibili della società ed anche se esseri umani, vengono trattati come fantasmi. 100 mila il numero stimato dall’Unicef. 100 mila bambini che sono orfani o solo scappati da situazioni disastrose famigliari. Orfani della società che li ha abbandonati, di un paese che ha investito nella “pulizia” delle strade, ma non nell’affrontare il problema: salvaguardare l’infanzia, il bene più prezioso per la società stessa.
di Erika De Toffol

Photo Credits: http://englishrussia.com

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