La Papua Nuova Guinea, non è sicuramente il paradiso che
immaginiamo. Non solo le violenze in famiglia verso le donne sono all’ordine
del giorno, ma anche lo stupro verso ragazze e bambine è frequente. Nel momento
in cui una ragazza viene violentata, automaticamente viene stigmatizzata e
questo le isola dal resto della comunità, compreso il potere frequentare la
scuola. Ci sono così molti matrimoni precoci. Medici senza frontiere in un
rapporto ha dichiarato che molte vittime di violenza erano bambine, alcune
addirittura di età inferiore ai cinque anni d’età. A Tari risultavano tra il 2008 ed il 2010 248 minorenni stuprate, tra i cinque ed i
dodici anni ( il 31% delle segnalazioni di violenza sessuale). Nella maggior
parte dei casi, gli stupratori erano conosciuti dalle vittime. In un paese che
già mette in atto gravi differenze di genere, dove le ragazze sono svantaggiate
e non possono spesso frequentare la scuola – perché dovrebbero sposarsi ed
avere figli – la violenza sessuale e gli abusi sessuali, peggiorano la
situazione. L’Unesco posiziona al 16° posto la Papua Nuova Guinea nelle
disparità di genere, per quanto riguarda l’educazione; i maschi che frequentano
la scuola sono almeno il 10 % in più delle femmine.
La situazione è resa complicata anche dalle zone remote dove
sono situate le scuole e dalle tasse scolastiche… a volte i bambini devono percorrere
km per raggiungere una scuola, questo mette in pericolo le ragazze da possibili
attacchi a sfondo sessuale e le famiglie preferiscono fare lavorare le figlie
perché non possono permettersi di pagare le rette scolastiche…. in tutto questo
il colmo è che quando una figlia viene violentata, viene anche picchiata dalla
propria famiglia, per la vergogna che arreca…
di Erika De Toffol
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