A sostegno della teoria, non esistono prove che i bambini
con il loro lavoro diano un contributo consistente all’economia ed allo
sviluppo, anzi, storicamente è dimostrato il contrario perché, con
l’eliminazione del lavoro minorile e l’introduzione dell’istruzione
“universale” i paesi hanno avuto una crescita economica ( si pensi ad esempio
all’Inghilterra nel post-rivoluzione industriale, per citarne uno). La vera
chiave di svolta nella situazione dello sfruttamento minorile, oggi, è
identificata proprio con l’istruzione; i paesi che non offrono giuste ed eque possibilità di istruzione e
frequenza scolastica, sono destinati alla povertà ed a non cambiare la loro
situazione, che invece sarà sempre peggiore.
246 milioni tra i cinque ed i diciassette anni di bambini che lavorano a
cui è negata l’istruzione oppure data in modo parziale, ma non necessaria. Come
possono dei bambini, anche così piccoli, lavorare ed impegnarsi nello studio?
Il capitale umano viene azzerato con il lavoro minorile e con il lavoro nelle
sue forme peggiori di sfruttamento. La formazione dei bambini, ha nei casi in
cui è stata adottata portato una rapida crescita economica nei paesi che si
sono prodigati a farsene carico. La Corea a d esempio e molti paesi in Asia
hanno ampiamente dimostrato che si può… basta volerlo…
di Erika De Toffol
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