venerdì 3 agosto 2012

LAVORO MINORILE

IL LAVORO MINORILE IN CAMBOGIA: CAPIRE ED ELIMINARLO Della sua storia travagliata, fatta di guerre, sofferenze, violazioni di diritti umani e povertà, la Cambogia dall’inizio del processo di pace ha fatto passi avanti nel portare una certa stabilità e crescita del paese. La povertà però rimane diffusa e le cause sono riscontrabili nella crescita demografica e dall’aumento della diseguaglianza sociale. Il fenomeno del lavoro minorile è preoccupante. Dati raccolti in più di un’occasione da diversi enti ed organizzazioni preposte (Unicef, Ufficio Nazionale di Statistica cambogiano, Ilo etc.) hanno messo in evidenza come i bambini fra i sette ed i quattordici anni che lavorano sono il 52% della loro totalità. Un milione e mezzo sono i bambini che sono coinvolti in questa fascia d’età; se analizziamo i dati nella fascia tra i quindici ed i diciassette anni, la percentuale sale all’ 80%. Secondo lo studio intitolato Towards eliminating the Worst Forms of Child Labour in Cambodia by 2016: an Assessment of Resource Requirements , che si propone di eliminare il lavoro minorile nelle sue forme più pericolose (il lavoro domestico, la costruzione di mattoni, le attività nell’industria del pesce, nel settore manifatturiero, nelle piantagioni di gomma, di tabacco e di semi-industriali e nella ristorazione) entro il 2016, le risorse necessarie si aggirerebbero tra i 40 e i 84 milioni di dollari (UCW) di Erika De Toffol (fonte dati: Ilo )

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